Perche’ e’ importante l’amicizia? 5 consigli utili per insegnare ai bambini il suo valore

L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni. –Paulo Coelho

Dopo quasi trent’anni, ricordo  perfettamente i momenti trascorsi con la mia amica d’infanzia con un sorriso stampato sulle labbra. L’amica con cui stavo ore e ore a parlare, quella che mi faceva ridere a crepapelle o arrabbiare di brutto. Credo che, indipendentemente da come si sia evoluto il rapporto d’ amicizia, gli amici restino sempre nel nostro cuore.

Io ho ricordi vivi di tutti: l’amica d’infanzia che poi non ho più rincontrato, l’amica di una vita di cui non posso fare a meno, le amiche-nemiche, gli amici di scuola, gli amici che ho incontrato a lavoro. Con ognuno di loro ho condiviso parte della mia vita, emozioni che non potranno essere cancellate e che porterò nel mio cuore per sempre.
Credo che l’amicizia sia  con-divisione ovvero il dividere -con qualcun altro attimi, belli o brutti che siano, della propria vita.

È difficile dare una spiegazione scientifica dell’amicizia. Ognuno ha una concezione diversa su di essa. Ma tutti sappiamo cos’è. Tutti l’abbiamo sperimentata fin da piccolissimi. Ed è per questo motivo che dobbiamo essere pronti a ricevere le domande dei nostri bambini su questa tematica così importante ed affascinante.

Come insegnare il valore dell’amicizia?

I bambini apprendono molto dai nostri comportamenti. L’esempio è il primo mezzo di apprendimento.

  1. Crescete figli empatici. L’empatia è il valore fondante dell’ amicizia. Ma anche di tutte le relazioni che instaureranno nel corso della loro vita. Fin dai primi mesi di vita interagiamo con il nostro bimbo correttamente, giochiamo con lui, mostriamo di saperlo ascoltare, comprendere i suoi bisogni e stabiliamo una serie di interazioni. Imparerà ad essere empatico con gli altri.
  2. Affrontate le frustazioni insieme. Capita spesso che i bimbi litighino con voi, con i loro fratelli, con i loro amici. Spiegate loro che le incomprensioni vanno affrontate parlando. Saper riconoscere l’altro, rispettarlo, imparare ad interagire con lui significa gettare le basi affinché nostro figlio possa coltivare l’amicizia sincera e duratura sin dall’infanzia.
  3. Chiedete scusa.  Diamo l’esempio. Tutti commettiamo degli sbagli. Ed è giusto ammetterli e chiedere scusa. Una parola molto forte che nella sua semplicità migliora le relazioni umane.
  4. Insegnate ai vostri bambini il valore della condivisione. Ricordatevi però che non si può costringere un bambino a condividere. Lasciate che vostro figlio  apprenda dall’esempio e veda con i suoi occhi come vi comportate con gli altri, l’affetto che provate per loro e come  lo condividete regolarmente.
  5. Fondate il vostro rapporto sulla fiducia. È molto importante educare i bambini al senso di fiducia, in sé stessi e negli altri. I genitori in primis, ma anche i nonni e le persone che vivono intorno al bambino, devono dimostrare di essere figure di riferimento a cui potersi affidare. Ciò si dimostra, prima di tutto, con l’esempio: i genitori, infatti, devono sempre mantenere la parola data, sia quando si tratta promesse positive, che quando si tratta di castighi o punizioni.

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Coltivate l’amicizia sempre. A qualsiasi età. Da 0 a 100 anni. Gli amici illuminano il buio. Addomestichiamoli!

“Cosa significa addomesticare? disse il piccolo principe

E’ una cosa troppo dimenticata, disse la volpe. Vuol dire creare legami. Tu per me sei ancora soltanto un bambino del tutto simile a centomila bambini. E io non ho bisogno di te. E nemmeno tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe simile a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi avremo bisogno l’uno dell’altra. Tu sarai per me unico al mondo. Io sarò per te unica al mondo (…) Gli uomini non hanno più tempo per conoscere niente. Comprano cose già fatte dai commercianti. Ma siccome non esistono commercianti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami “


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L’AUTRICE
Letizia Grasso, Pedagogista
“Tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano” Questa frase è impressa nel mio cuore. La bambina che si meraviglia delle piccole cose è sempre con me. Credo fermamente che la scuola debba puntare sulla costruzione autonoma delle conoscenze attraverso il contatto diretto con il mondo esterno e, dunque, tramite le esperienze di vita. Una scuola aperta alla vita e che dalla vita stessa apprende. Una scuola che insegni a osservare ogni piccola cosa, a meravigliarsi e a porsi domande. Una scuola che formi degli adulti che sappiano riflettere e mettere in relazione mente e cuore”.