Coding: imparare a programmare fin da piccoli

“Tutti in questo paese dovrebbero imparare a programmare un computer perché insegna come pensare.”  Steve Jobs

Sapevate che tra tantissimi corsi per bambini come la piscina, la danza, il nuoto, il karate, il violino, il pianoforte, lo yoga etc. esiste un corso di coding, ovvero di programmazione informatica? Sì è proprio vero. Fin da piccoli, giocando si può  imparare a programmare, a comunicare  con il computer per assegnarli dei compiti e dei comandi semplici. Ma che cos’è il coding esattamente? E’ una programmazione che consiste nello scrivere istruzioni che spiegano al tuo computer come far succedere certe cose. Queste istruzioni sono fatte di codici e numeri, basta saperli mettere nell’ordine giusto e Puf! Tutto accade come per magia: il computer fa ciò che gli dici.

Ma il coding non è solo roba per ingegneri informatici o esperti del settore, è infatti alla portata di tutti, anche dei più piccoli. I corsi e le piattaforme di coding per bambini sono infatti  pensati  per abituare i piccoli, solitamente tra gli otto e i sedici anni, (ma ci sono anche dei siti per i più piccolini)  al pensiero computazionale o algoritmico, ovvero a quel pensiero che implica la capacità del problem solving, e quindi a trovare una soluzione  ad un problema in maniera creativa ed efficiente.

In questo modo i bambini potranno diventare i protagonisti attivi della tecnologia e potranno realizzare loro stessi  un videogioco o un’applicazione invece di scaricarla e basta.


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Dove imparare il coding?

Esistono diverse piattaforme, corsi, laboratori dove si può imparare a programmare. Eccone alcune :

Code. org

È una piattaforma nata grazie ad un’organizzazione no.profit statunitense  che si occupa di promuovere l’insegnamento e l’apprendimento dei maggiori linguaggi di programmazione.  Il loro motto è :”Tutti hanno il diritto ad apprendere”. Qui attraverso giochi e video si impara ad affrontare diverse sfide. Il sito è diviso in due macro-sezioni: una prima dedicata agli insegnanti e una seconda per gli studenti.  Un interessante modalità è L’Ora del codice in cui si potrà svolgere un’ora di avviamento al pensiero computazionale con diverse ambientazione come Star Wars , Minecraft, Moana, Angry Birds.

Coder dojo

I coder dojo sono club gratuiti  il cui obiettivo anche qui è l’insegnamento della programmazione informatica ai più piccoli.  In Italia sono attivi  dal 2012 oltre 40 dojo diffusi su tutto il territorio nazionale ed ogni giorno nuovi gruppi di volontari si approcciano al movimento per aprire una nuova sede in cui ospitare incontri periodici per i bambini del proprio territorio. Tantissimi bambini hanno partecipato a questi incontri, imparando ad utilizzare linguaggi di programmazione come HTML, Javascript e CSS, creare piccoli videogiochi con Scratch e programmare hardware con Arduino.

Codeacademy.com 

È un sito interattivo  che offre dei corsi di programmazione  Java Script senza limiti di età. Le lezioni sono suddivise in una serie di esercizi learning-by-doing: si impara grazie alla pratica, il tutto all’interno di un ambiente protetto in cui è possibile compiere errori senza mettere a repentaglio file di lavoro.

Scratch

È una piattaforma che permette di realizzare storie interattivegiochi, animazioni, arte, musica da condividere con gli altri membri della comunità utilizzando i blocchi e senza scrivere alcuna riga di codice. Utilizza una programmazione di tipo grafico, ispirato alla teoria costruzionista dell’apprendimento. L’idea di questo linguaggio è che anche i bambini o le persone inesperte di linguaggi di programmazione possono imparare importanti concetti di calcolo matematico, a ragionare in modo sistematico, a pensare in modo creativo e anche a lavorare in modo partecipativo.

 

Come avete visto la tecnologia offre tantissime opportunità di crescita. Basta saper sfruttare al meglio le sue potenzialità.


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 L’AUTRICE
Letizia Grasso, Pedagogista

“Tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano” Questa frase è impressa nel mio cuore. La bambina che si meraviglia delle piccole cose è sempre con me. Credo fermamente che la scuola debba puntare sulla costruzione autonoma delle conoscenze attraverso il contatto diretto con il mondo esterno e, dunque, tramite le esperienze di vita. Una scuola aperta alla vita e che dalla vita stessa apprende. Una scuola che insegni a osservare ogni piccola cosa, a meravigliarsi e a porsi domande. Una scuola che formi degli adulti che sappiano riflettere e mettere in relazione mente e cuore”.